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Il dopo

Alluvione del 15 settembre. Nessuna musica straziante, nessuna domanda retorica. Neppure una lacrima. Solo immagini raccolte con pudore, perché a volte il giornalismo ha bisogno solo di quello.

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Si lavora alla stesura del quarto volume di #cuoriconnessi

Si lavora alla stesura del quarto volume di #cuoriconnessi.
Tra eBook e cartaceo, superato il tetto del milione di copie con le prime tre edizioni.

“Essere ciccioni è un dolore che non passa mai. Ti senti continuamente nel posto sbagliato, forse perché la taglia del mondo è una M o una L, al massimo una XL, ma mai una XXXL.”

Oggi ho iniziato a scrivere il quarto volume di #cuoriconnessi. Il libro è diventato uno dei punti cardine di questo fantastico progetto di Unieuro realizzato in collaborazione con Polizia di Stato.

La storia è quella di un adolescente obeso che viene preso in giro (massacrato è più corretto) da un gruppetto di finti compagni di classe.

E dire che lui dopo la dad non vedeva l’ora di tornare a scuola e di affrontare l’avventura della prima superiore. Invece è finito dentro un incubo.

Una storia che fa molto male. Una storia utile per vedere da vicino il dolore dell’altro. Una storia di chat e di parole perfide. Questo è #cuoriconnessi: storie che possono aiutarci a diventare persone migliori.

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Il lavoro dello storyteller

Sì, lo so, cantastorie è più bello ma il marketing ritiene che storyteller sia più figo. Quello che però non cambia è l’essenza di tutto ciò. Raccontare storie. Inizialmente mi vergognavo un pò nel sentirmi definire storyteller: ma come?, pensavo, ho dato anche un esame di stato per diventare giornalista e poi finisce tutto in gloria? Poi con il tempo ho imparato a indossare questa parola e alla fine il termine storyteller me lo sono fatto andare bene. Ora mi calza perfettamente. Raccontare una storia è la cosa che mi riesce meglio, questione di tempi narrativi e di essenze da cogliere in tutta la loro pienezza. Beh, se proprio devo dirla tutta, mi sento uno storyteller a tre dimensioni, perché amo abbinare alla narrazione anche le immagini e le parole scritte. Tutto fatto in casa da bravo artigiano del nulla o del tutto, a seconda delle prospettive.
Che storie racconto? Storie importanti. E quando dico importanti arrivo al cuore del discorso perché un bravo storyteller è capace di rendere importante ogni percorso di vita. Che sia quella di un alpinista o di un impiegato è pressoché insignificante. Proprio così. Uno storyteller deve cogliere l’unicità delle nostre vite e saperle regalare agli altri lasciando un segno.
Sì. Questo è il mio lavoro.

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“Le parole nel cuore” un docufilm di Luca Pagliari

Martedì 8 marzo, Luca presenterà un corto che prende spunto da un grave caso di bullismo successo a Nuoro e poi assurto a cronaca nazionale; viene proposto a Dorgali nella sua edizione integrale. Una piccola sintesi del docufilm è stata presentata durante il Safer Internet Day nell’ambito del progetto nazionale per il contrasto al bullismo #cuoriconnessi e vi hanno assistito on line quasi 150mila studenti di varie scuole distribuite in tutta Italia.

L’evento offrirà occasione per fornire informazioni che aprano alla conoscenza dei vantaggi e dei pericoli connessi con l’uso dei social e dei principali devices (tablet, smartphone, PC, etc.).

Partecipano
Silvia Loi – Assessore alle attivit  educative rivolte ai minori e politiche a sostegno delle donne
M.Teresa Casula – Responsabile servizi sociali e cultura
Luca Pagliari – Regista, giornalista e storyteller
Alessia Piga – Protagonista del film
Gianfranco Oppo – Ricercatore, esperto fenomeno bullismo

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Safer Internet Day

E domani saranno 250.000
Numero insignificante per la tv ma mostruoso per un evento in streaming con le scuole di tutta Italia!
Oggi ho aperto le danze con UnoMattina dove ho parlato del libro appena uscito in tutti i punti vendita Unieuro e del progetto #cuoriconnessi e poi vai con le con le prove per la diretta di domani (dalle 10 alle 12) dal teatro della Garbatella di Roma.
Parleremo del libro, racconterò storie, ci saranno tra gli altri il Capo della Polizia Giannini e lo psichiatra Crepet. Ma soprattutto ci saranno docenti e studenti.
Il senso dell’evento? Imparare tutti a trovare il coraggio di alzare lo sguardo verso gli altri. Imparare a utilizzare le parole accendendo sempre prima il cervello. Usare la tecnologia evitando di essere noi quelli usati da lei.
Grazie come sempre a #Polizia, #Unieuro, #publione.

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“Il coraggio di alzare lo sguardo.”

Come stai?
Per domandarlo bisogna trovare “Il coraggio di alzare lo sguardo.” Proprio come s’intitola il terzo volume di #cuoriconnessi.
Più che una domanda, “come stai?” è un ponte verso l’altro.

Un concetto che si sposa perfettamente con il libro di #cuoriconnessi che da martedì, gratuitamente, potrete ritirare presso tutti i punti vendita Unieuro d’Italia. Leggetelo, ci sono storie fighe, qualcuna pesante come un sasso, altre che invece riempiono il cuore di gioia.

Cavolo, che domanda potente “Come stai?”. Quando a Sanremo Amadeus lo ha chiesto a Lorenzo, ecco, per me quello è stato il momento più bello e intenso del festival. Era tutto vero. Tutto vero. E c’erano tante cose dietro a quella domanda, compreso il dolore.

Penso a Cherif, uno dei protagonisti del libro. Non è crollato quando in Guinea gli hanno ucciso il papà e neppure quando suo fratello è annegato durante la traversata.
Cherif è caduto dentro un pianto infinito quando un’infermiera all’ospedale di Reggio gli ha domandato “Come stai?”. “Ho pianto, mi ha raccontato Cherif, perché non c’ero abituato. In vita mia Come stai non me lo aveva mai chiesto nessuno.”

Anche questa è una storia che troverete nel libro.

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L’impresa di esserci


“L’impresa di esserci” si svolge online e si sviluppa attraverso una serie di filmati e fotografie che vengono commentati da Luca Pagliari e gli stessi studenti. Le prime due tappe di dicembre hanno ottenuto ottimi riscontri.

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Yes I can

Il 23 Novembre 2021 resta per me una data da ricordare. Grazie al Ministero degli Affari Esteri e al Consorzio Ricrea, parlo di recupero e riciclo dell’acciaio e di sostenibilità.
In due diversi momenti della giornata incontrerò gli studenti del Liceo Fermi, scuola italiana di Madrid e a seguire il liceo L. Da Vinci di Bogotà nella lontana Colombia. Mai come oggi la tecnologia é in grado di abbattere frontiere e mai come oggi le tematiche ambientali parlano un linguaggio universale. Di fronte ai temi del recupero e del riciclo o si é dalla parte della soluzione o da quella del problema. Questi sono i primi di una lunga serie di appuntamenti che ci porteranno ad affrontare queste tematiche con gli studenti delle scuole italiane nel mondo.

Yes I Can: al via il primo tour internazionale

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The Road – Taccuino di un viaggio speciale


“THE ROAD – TACCUINO DI UN VIAGGIO SPECIALE” – Progetto di orientamento professionale e di educazione civica in collaborazione con Comune di Forlì – Unità politiche giovanili e “Un’Altra storia-APS”.

The Road ha poco di didascalico, il nostro principale intento è quello di combattere le fragilità, le paure e le ombre che avvolgono gran parte dei nostri adolescenti e non solo, visto che il progetto é aperto fino ad un’età di 35 anni. Le competenze sono importanti. Le Life Skills sono però la base su cui tutto poggia.
Gli incontri che hanno preso il via ad ottobre si concluderanno alla fine di gennaio, mentre a maggio si terrà un evento conclusivo all’interno del quale saranno presentati degli elaborati realizzati dagli studenti.
Come location per la realizzazione degli streaming é stato scelto il suggestivo spazio della Fabbrica delle Candele a Forlì.

Incontri con gli studenti:

21 e 22 ottobre 2021 – IL MIO VIAGGIO
6 e 13 novembre 2021 – LA LAMPADA DI ALADINO
2 e 3 dicembre 2021 – IL SORRISO IN PIU’
27 e 28 gennaio 2022 – IMMAGINI E PAROLE
27 maggio 2022 – INCONTRO CONCLUSIVO

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Visionaria – Adriatic Innovation Forum

19 NOVEMBRE – PORTO TURISTICO PESCARA – PADIGLIONE BECCI – Dalle 9:15 alle 10:00
Evento promosso da Camera di Commercio Industria-Artigianato e Agricoltura di Chieti e Pescara

L’impresa di vivere significa competenze e conoscenza, ma innanzitutto fare proprie quelle life skills che sono alla base di ogni nostra azione. Dal coraggio all’empatia, dalla capacità di fare squadra al superamento delle difficoltà. Questi sono alcuni degli elementi che, attraverso la narrazione di storie, Luca Pagliari evidenzierà nel corso del suo intervento, supportato da una serie di filmati e di testimonianze. La tecnologia che è divenuta parte fondante delle nostre vite, si identica nel progresso solo nel momento in cui ci aiuta a costruire un mondo migliore e più a misura d’uomo. Senza questi presupposti, la tecnologia rimane uno sterile esercizio che non ha nulla a che fare con una vera crescita dell’essere umano.

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#cuoriconnessi – Nuove tappe in Live Streaming

Il Tour virtuale di #Cuoriconnessi torna con nuove tappe che toccano da vicino il tema del cyberbullismo. Le puntate in diretta saranno condotte da Luca Pagliari con il supporto di rappresentanti di Polizia di Stato.

Gli eventi si svolgeranno in live streaming dalle 9:00 alle 9:50 sul canale YouTube di #CuoriConnessi.

Se sei un docente, puoi partecipare all’evento assieme ai tuoi studenti semplicemente registrandoti.

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265.000 studenti collegati in streaming nel Safer Internet Day
Presentato il mio ultimo libro “#cuoriconnessi. Tu da che perte stai?”, scritto per Polizia di Stato e Unieuro.
Mai avrei immaginato di condurre il più grande evento in rete realizzato in Italia con le scuole! 265.000 studenti che hanno seguito da ogni angolo d’Italia i miei racconti e le interviste con il Capo della Polizia Franco Gabrielli, Giovanna Boda, vera anima del Miur, Nunzia Ciardi, Direttore della Polizia Postale e Giancarlo Nicosanti, AD di Unieuro. Una mattinata intensa, ricca di emozioni  e soprattutto improntata sul desiderio di costruire un qualcosa di importante.
Lo streaming è stato arricchito dalla presentazione del libro “#cuoriconnessi. Tu da che parte stai?” che ho scritto durante questo strano inverno disseminato da mascherine e zone rosse. Otto storie pesanti e significative legate alla rete. Il libro (200.000) copie può essere ritirato gratuitamente  fino ad esaurimento, presso i punti vendita Unieuro di tutta Italia. È possibile scaricarne una versione online direttamente dal sito cuoriconnessi.it.
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Dal 23 giugno #cuoriconnessi è su YouTube.

Dal 23 giugno #cuoriconnessi è su YouTube. Ogni puntata una storia raccontata da me assieme ai protagonisti. Vogliamo dare voce a chi non he ha. Vogliamo essere affianco a tutte quelle persone ferite dalle parole, camminandogli accanto. Vogliamo anche raccontare le storie di chi ha scoperto nel web l’opportunità per alzare lo sguardo verso gli altri.

Per non perderti neppure una puntata iscriviti al canale YouTube Cuoriconnessi – Youtube oppure al mio canale YouTube

Trova tutte le informazioni su https://www.cuoriconnessi.it

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Scarica subito l’audiolibro #cuoriconnessi utilizzando il QR code

Scarica subito l’audiolibro #cuoriconnessi utilizzando il QR code.
È una grande soddisfazione sapere che le 200.000 copie distribuite gratuitamente nei punti vendita Unieuro sono terminate nel giro di pochissimo. Ho ricevuto centinaia di apprezzamenti da ogni angolo d’Italia. Grazie a tutti!

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Dal 7 febbraio in tutti i punti vendita Unieuro d’Italia è possibile ritirare gratuitamente il mio ultimo libro #cuoriconnessi.

Dieci storie di vite online raccontate senza filtri. Un lavoro condiviso con la Polizia di Stato. Un libro “duro” che si legge tutto d’un fiato. Non esiste un preciso target di riferimento, #cuoriconnessi” arriva a tutti. Ne sono state distribuite 200.000 copie ma sono gia centinaia le scuole che lo vogliono trasformare in un testo didattico. Sono certo che questo libro aiuterà migliaia di studenti a meglio comprendere questo fenomeno, ma sono altrettanto certo che aiuterà anche noi adulti a gestire meglio la tempesta tecnologica che ci ha travolto.

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Regalo per San Valentino

A Londra ho comprato un mazzo di carte straordinario. Si chiama Digital Detox (disintossicazione digitale).
Ognuna delle cento carte racchiude un consiglio utile per combattere la dipendenza tecnologica.

Oggi regalate a fidanzate/i, mogli, mariti, amici e amiche la CARTA NUMERO 1.
“Sii presente. Non utilizzare solo lo schermo. Concentrati sulla persona che hai di fronte senza riserve”.
…uno sguardo in meno al display barattato con uno sguardo in più verso una persona che amiamo… Ci può stare…

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Cara Alice

Oggi è il dodici due, e proprio il 12 febbraio di 4 anni fa è iniziata la nostra storia.
Tu che dopo aver assistito ad un incontro sul bullismo mi scrivi una lettera non sopportabile.
Dopo 5 anni di silenzio decidi di scaricarmi addosso il tuo dolore facendo nomi e cognomi, circostanziando gli eventi, spiegando le dinamiche con cui l’orco ti aveva tolto la voglia di vivere.

Cara Alice,
quante cose sono accadute in questi anni. Tua mamma è diventata una mia amica per sempre.
Già, tua mamma. Lei quando apriva la porta della tua stanzetta aveva paura di trovarti impiccata.
Tu non dialogavi neppure con te stessa e vivevi con gli auricolari piantati nelle orecchie per tenere il mondo distante, tu uscivi solo di notte come un gatto randagio per non incontrare nessuno, tu scrivevi il tuo dolore sulle pareti della tua stanza come un ergastolano, oggi tu sei una ragazza libera.

Cara Alice,
prima ti nutrivi di silenzi, poi io ti ho visto parlare in diretta su Raiuno dalla Camera dei Deputati, raccontando all’Italia intera il tuo dramma, sei salita con me su tanti palcoscenici, tu che avevi il terrore del contatto fisico, hai abbracciato, consolato e aiutato tanti adolescenti che come te erano stati sbranati da qualche orco.

Cara Alice,
Abbiamo scritto un libro e fatto un docufilm sulla tua storia. Mamma ha persino accettato che ti tatuassi su un fianco quella scritta lunga e liberatoria…dodicidue… perché quello lo consideri il giorno della tua seconda venuta al mondo.

Cara Alice,
non dirmi mai più grazie, mai più.
Avevi solo bisogno di trovare la persona giusta che fosse disposta ad accogliere la tua sofferenza.
Sono io che ringrazio te. La tua storia, il nostro incontro e quello che siamo oggi, valgono una vita di lavoro, regalano un senso a tutto ciò che faccio da anni.

#Dodicidue. Data indimenticabile per il resto delle nostre vite ❤️

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Oggi, giornata mondiale contro il bullismo e il cyberbullismo esce in tutta Italia #cuoriconnessi
Oggi, giornata mondiale contro il bullismo e il cyberbullismo esce in tutta Italia #cuoriconnessi

Prima cosa: il libro è gratuito, lo potete trovare in tutti i punti vendita #UNIEURO d’Italia. Non è obbligatorio acquistare qualcosa. Mica male!

Seconda cosa: non è un libro teorico, non spiega nulla, racconta storie vere. Storie brutte, belle, ma tutte collegate al mondo online. Pensate che per la prima volta in vita mia ho scritto non da giornalista ma da scrittore, e cioè raccontando i fatti in prima persona, calandomi
nei dieci personaggi di altrettante storie.
Terza cosa: grazie a #Unieuro e Polizia di Stato che credono in questo lavoro. Ci credono da quattro anni e questa è una immensa gratificazione. Se non avete tempo di andare da Unieuro potete sempre scaricarlo dal sito cuoriconnessi.it
Detto questo…buona lettura!!!

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Tribe: storie di un mondo che cambia

Questa sera parleremo di molte cose. Sono sempre più convinto che è sui nostri stili di vita che bisogna concentrarci. Tutto è concatenato, ogni tema si collega ad un altro tema. C’è un filo che unisce tutti questi passaggi ed è da lì che transitano le nostre scelte… e siccome noi siamo il frutto delle nostre scelte, forse vale la pena di parlarne. Non sono certo un esperto o un tuttologo, sicuramente sono più bravo a sollevare interrogativi che a trovare risposte, e comunque è già qualcosa.

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Issabell e le sue ali di farfalla

Lo scorso anno vado in Malawi per realizzare un reportage su questo paese che è tra i più poveri del continente africano e quindi del pianeta. Tre ospedali per 20 milioni di persone e una vita media che supera di poco i 40 anni non sono un’idea astratta ma un dato di fatto. Mi ritrovo in questa terra povera ma ospitale assieme agli amici di Humana, Onlus che da anni si muove per aiutare il sud del mondo.
Nel reportage intendo raccontare la loro attività che ruota attorno alla raccolta degli abiti usati che poi si trasformano in progetti di sviluppo, scuole, posti di lavoro e altre azioni virtuose. Chi entra nell’universo di Humana deve fare i conti con l’onestà, la trasparenza e soprattutto con persone straordinarie che lavorano per la costruzione di un mondo migliore.
Nel mio girovagare tra villaggi e sorrisi, perché comunque nessuna forma di povertà sarà mai in grado di strappare il sorriso a questa gente, mi ritrovo in una scuola professionale che si trova nel mezzo del nulla, la “Mikolongwe Vocational School”, nata proprio grazie ad Humana, ed è lì che inciampo in Issabell e nel suo sogno (in teoria) irrealizzabile, perché se nasci in Malawi, pensare di vivere occupandoti di moda non è neppure concepibile.
Issabell frequenta un corso da fashion designer, disegna modelli, crea abiti, studia tessuti, abbina colori, perché quello è il suo talento. È brava e determinata, per questo i docenti le hanno regalato uno smartphone. Da quel momento Issabell ha potuto postare su Instagram le sue creazioni perché lei a quelle ali di farfalla non ha intenzione di rinunciare.
In quel viaggio mi ha accompagnato anche mia figlia Marta e tante volte nei mesi a seguire abbiamo parlato dello sguardo vivo di Issabell, della sua educazione, del suo talento, del suo senso estetico e soprattutto di quel sogno pazzesco.
È assurdo immaginare che una ragazza del Malawi possa trasformare il suo amore per la moda in un lavoro vero. Talmente assurdo, amici miei, che lotteremo con le unghie e con i denti affinché quel sogno si avveri. E ci riusciremo. Nessun dubbio in proposito. Ci stiamo organizzando per far conoscere a Issabell l’Italia e ci sono già scuole, amici, persone che si occupano di fashion, pronte a trasformare quelle ali di farfalla dipinte sul muro in ali vere.
L’obiettivo è creare un ponte facendo in modo che un domani Issabell dal Malawi possa lavorare direttamente con l’Italia. Basterebbe creare un corner all’interno di qualche negozio esponendo le sue creazioni. Esiste poi la vendita online, ma queste sono solo tracce di pensieri e di possibili azioni. Di certo accadranno cose, di certo sarà stupendo scoprire per l’ennesima volta che tutto è possibile, che la fortuna non viaggia mai da sola, che la determinazione è un elemento che sposta montagne, rovescia destini e ribalta pronostici
Un tempo immaginavo che aiutare una singola persona sarebbe servito a poco o nulla, sarebbe stato uno sterile esercizio teso a farmi sentire meglio, ego che si specchia nella bella azioncina da libro Cuore, gente che ti dice bravo e quotazioni della tua persona che salgono nel mercato della considerazione.
Oggi invece mi ritrovo a pensare che aiutare una persona a realizzare un sogno sia il minimo che si possa fare. Un dovere, un obbligo, non la considero neppure una scelta.
Altro che piccolo ego da nutrire e libro Cuore. C’è poco da sentirsi fighi, altro che scalata sociale a colpi di buonismo ipocrita.
Voltaire diceva che “Ogni uomo è colpevole di tutto il bene che non ha fatto”. Parole senza tempo che rileggo spesso, perché tra l’aiutare una singola persona e non aiutare nessuno c’è di mezzo l’intero universo.
Vi terrò aggiornati sulla storia di Issabell e le sue ali di farfalla…

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Una serata speciale senza mimose

Ho sempre detestato la festa della donna a base di mimosa, toy boy e bollicine. Questione di marketing e soldi, tutto il resto è noia direbbe Il mio vecchio amico Franco Califano.

Quella di Mondolfo invece sarà una serata anomala. Parleremo di madri raccontando storie diverse. Molto diverse tra loro e comunque tutte importanti. Una madre deve essere resiliente, pronta a interpretare un copione che muta di giorno in giorno, perché una volta che si è madri lo si è per sempre, a qualsiasi costo.

Ci sarà Simonetta, mamma di Saccio, vittima innocente della strada, ci sarà Luigina, Presidente del “Comitato Genitori Unitario” nato dopo il dramma della Lanterna Azzurra (tra l’altro il 7 saranno trascorsi esattamente tre mesi da quella sera da incubo). Ci sarà anche Rondine (questo il suo nickname all’interno di BACA – Bikers Against Child Abuse) con cui esploreremo un’altra maniera di essere mamma.

Vorrei svelarvi altri dettagli Importanti, ma chi fa il giornalista a volte deve fermarsi un attimo prima che un nome si trasformi in promozione di un evento. E comunque sono certo che ci sarà tantissima gente e sono altrettanto convinto che serate come quella del sette marzo ci aiuteranno a comprendere meglio la vita. Anche senza toy boy, mimose e bollicine.

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I ragazzi di Napoli e l’inizio di una nuova avventura

L’unico sistema per parlare male di Napoli è non conoscerla. Da anni incontro ragazzi di Napoli ed è sempre la stessa favola.
Gli studenti di questa città non si accontentano di seguire i tuoi discorsi o di applaudire. Alla fine devono farti domande, devono abbracciarti, devono scattare foto assieme, perché a Napoli la vita non è teoria, bisogna toccarla con mano. L’affetto non è metaforico ma fisico, quasi carnale, ti coinvolge e ti avvolge e tu non puoi farne a meno.
Si, lo so, ci sono pregi, difetti, contraddizioni, tutto quello che volete, ma io quando mi immergo nell’umanità di questo angolo di mondo rimango sempre spiazzato e arricchito, perché all’amore della gente per fortuna non ci si abitua mai.
“Off Line – La Vita Oltre Lo Schermo” è il titolo della campagna di prevenzione al bullismo e al cyberbullismo, firmata dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza in collaborazione con l’associazione “Un’altra storia”, un’avventura che mi porterà (tanto per rimanere in forma) in giro per l’Italia e che ruota attorno alla proiezione del docufilm “Dodicidue” di cui ho curato soggetto e regia.
Nel docufilm racconto la storia di Alice, vittima per anni di bullismo, una storia pesante ma di speranza, perché Alice oggi sta bene, è riuscita ad abbattere dopo cinque lunghi anni il muro del silenzio e del dolore.
Oggi era presente anche Filomena Albano, la Garante, con la sua presenza ci ha fatto un bellissimo regalo ed è stato bello confrontarci tutti e due assieme con gli studenti. Molto bello, perché le parole giuste salvano vite, altro che storie.
Siamo partiti dalla Sala dei Baroni all’interno del castello del Maschio Angioino, simbolo di Napoli nel mondo al pari del Vesuvio o la pizza. Avevamo due splendide padrone di casa, l’Assessore alla scuola Annamaria Palmieri e l’Assessore al Welfare Roberta Gaeta, persone abituate da sempre alla trincea, al fare, a tenere lo sguardo alto verso la gente.
A proposito di sguardo alto, in quella splendida sala c’era anche Federica Mariottino, Avvocato dal cuore grande che non si volta mai dall’altra parte e c’era Lina La Marca, docente dell’Istituto “Caruso” con cui da anni condivido progetti. Un’altra cara amica che si spende per costruire un mondo migliore.
Si. È stato bello tenere a battesimo la campagna dal cuore di Napoli. Per parlare di amore e di umanità non poteva esistere luogo migliore.

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Storia di un abbraccio

Cosa racconto a cinquecento studenti colpiti a tradimento dalla vita? Come spezzo questo silenzio terribile? Che argomenti posso utilizzare per creare un filo tra loro e la vita che comunque va avanti?

Le parole non restituiscono vite, le parole del “dopo” mi ricordano i fiori appassiti. E comunque qualcosa bisogna pur dire, perché il silenzio di questa platea immobile, di secondo in secondo è diventato insostenibile.

Sono le 9,30 di lunedì mattina, il piazzale antistante l’Istituto d’Istruzione Superiore “Bettino Padovano” di Senigallia si riempie lentamente di ragazzi, alcuni zoppicano perché non è stato semplice uscire indenni da quell’inferno. Restiamo all’aperto perché l’aula magna non era sufficientemente capiente ma Anna Maria Nicolosi, la Preside, vuole che siano tutti presenti. Ha ragione.

Ora il piazzale è stracolmo. Sono tutti in attesa di un qualcosa anche se nessuno, compreso me, ha idea di cosa significhi “qualcosa” in una giornata del genere.

Mi trovo lì perché la Professoressa Patrizia Marasco, amica da una vita, domenica mi aveva chiesto a nome dell’Istituto di intervenire, di trovare parole sensate per affrontare questo lunedì surreale.
Arriva il momento, la Preside mi passa il microfono, guardo ciò che ho di fronte e scopro che sono cinquecento figli che hanno bisogno di noi.

In prima fila ci sono delle ragazzine che piangono composte, poi scopro che anche nella seconda fila c’è chi sta piangendo, allungo lo sguardo e vedo che lacrime e occhi gonfi sono il comune denominatore di questa platea muta.
Se già riuscissi a non piangere sarebbe un buon risultato, questo è l’ultimo pensiero che mi attraversa la mente, prima di aprire bocca.

Nella mezz’ora seguente dico molte cose a queste creature fragili e speciali.
Spiego che quanto è accaduto è per colpa mia perché conoscevo quel luogo. Mia figlia troppe volte mi aveva parlato del sovraffollamento e di quanto fosse difficile persino ballare.
Colpa mia, perché non ho denunciato la cosa, affidandomi alla penosa teoria dello sguardo basso.

Colpa mia, perché sono rimasto aggrappato ad una falsa certezza da quattro soldi, quella del “tanto non capiterà nulla”. Colpa mia se non sono mai riuscito ad evitare che Marta frequentasse un posto del genere, rimanendo travolto da quel famoso “ci vanno tutti”.

Ho delle colpe. E’ innegabile e oggi voglio pensare esclusivamente alle mie. Che sia la magistratura a fare tutto il resto. E allora, se cambiamento deve essere, voglio fare in modo che parta da me. Non esistono strade alternative o scorciatoie per ipotizzare un cambiamento.
Noi siamo stazione di partenza e capolinea di questo processo mentale.

Continuo a parlare girando alla larga dal facile pietismo e dalla retorica. Esorto i ragazzi a non prendere in considerazione chi si rivolge a loro utilizzando come incipit “ai miei tempi era tutto diverso”. “Ai miei tempi” è la negazione del presente, è un presupposto statico e nostalgico che non porta da nessuna parte.

E’ adesso che dobbiamo capire come contrastare il sexting o il cyberbullismo, è adesso che dobbiamo capire come far comprendere ai ragazzi che le droghe sintetiche sono più maledette dell’inferno. E’ adesso che dobbiamo convertire questa tragedia immane in un processo di crescita.

Mi rendo conto che le parole arrivano, non sono vuote, lo leggo negli occhi lucidi e smarriti dei ragazzi, e questo “qualcosa” che andava detto, alla fine ha preso forma. Miracolo della comunicazione generata dalla empatia.

Chiudo senza aver versato una lacrima, il microfono scivola tra le mani della Professoressa Silvia Di Nicolantonio, ha l’aria dolce Silvia e quando inizia a parlare succede quello che deve succedere. Piange Silvia, piange e racconta che sua figlia Sara, 15 anni e secondo anno di Liceo Scientifico, l’altra sera era a “La Lanterna Azzurra”.

Sara era scivolata nell’inferno, sepolta tra quei corpi ammassati uno sull’altro, quando delle mani l’hanno tirata fuori. Quell’angelo custode l’ha salvata. Sotto la morte e sopra la vita, nessun compromesso. E piange ancora di più Silvia, quando dice che quell’angelo si chiama Filippo ed è tra i cinquecento ragazzi che la stanno ascoltando.

Adesso possiamo finalmente piangere tutti ed è un qualcosa di liberatorio, un’esplosione di emozione collettiva che sembra non finire mai. C’è poi il loro abbraccio. Lungo, intimo, silenzioso. Mi sposto In punta di piedi e scatto la foto.
La nostra speranza riparte da lì.

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Sono morti i nostri figli

Sono le 2,30 di notte. Squilla il telefono di Riccardo, mio amico e papà di Laura. C’è proprio lei al telefono, è sotto choc perché la morte spaventa tutti, ma quando ti sfiora a 15 anni rappresenta un fatto non codificabile: “Papà, qui c’è stata una tragedia, io per fortuna sono scappata dalla parte giusta”. Poi la notte in bianco, le lacrime, il tentativo di riconnettersi con la realtà, ma tutto è stravolto. Siamo finiti dentro la pagina di un libro che non ci appartiene. Testa o croce. A Laura e alle sue amichette è andata bene. Ad altri no.
Le parole, le immagini, le testimonianze, i commenti si fermano sul bordo del baratro. Non è possibile procedere oltre. Per nessuno. “Don’t cross the line” c’è scritto sui nastri di plastica che usa la polizia per delimitare la zona del crimine. Qui è la stessa cosa. Da una parte le parole e dall’altra i morti.
Ho sentito decine di volte, in questi anni, pronunciare da mia figlia questa frase : “Papi, vado a La Lanterna”. Mai stato tranquillo di fronte a quelle parole, perché le poche volte che la sono andata a prendere (in genere rientrava con la navetta) mi ero trovato di fronte a un gelido campo profughi perso nel mezzo della campagna. Ragazzi a torso nudo che bivaccavano all’aperto alle quattro di mattina ricoperti solo dalla nebbia pungente dell’inverno. Vomito ovunque, gente che camminava senza meta stordita da alcol e non solo.
E tutte le volte la stessa domanda fatta a mia figlia: “Ma come facevate a stare tutti lì dentro?” è tutte le volte la stessa risposta : “Hai ragione papi, ogni tanto devi uscire a respirare, perché lì dentro non ce la fai a muoverti”.
Ogni rientro a casa all’alba aveva il sapore di un pericolo scampato. La notte di un genitore si divide in due parti: la prima è fatta di un sonno leggero accompagnato da un sottile velo di angoscia, perché sai che tuo figlio (la cosa più importante della tua vita) è stipato come un maiale in un allevamento intensivo, all’interno di un anonimo capannone. Un fragile cristallo sbattuto dentro la centrifuga di una lavatrice. La seconda parte della notte, quella in cui riesci finalmente a prendere sonno, corrisponde al rumore della chiave nella serratura della porta di casa. Allora ti rilassi, allora pensi “è andata bene anche questo giro”.
Una volta con mia moglie andammo a “recuperare” Marta a “La Lanterna”. La notte era illuminata da bagliori sinistri di fuoco che si alzavano alti. Sirene e Vigili del fuoco. La macchina andava avanti per forza d’inerzia accompagnata solo dal nostro silenzio che assomigliava al terrore.
Arriviamo e scopriamo che un gigantesco fienile a due passi dal locale sta bruciando, un incendio che si è poi protratto per oltre 24 ore.
Ricordo la sensazione di pericolo scampato, di paura che si scioglie lasciando il posto a un sollievo infinito.
Questa volta è andata diversamente. Adesso tutto è veramente accaduto. Probabilmente dentro erano in troppi, probabilmente qualcuno ha utilizzato una bomboletta di gas urticante, “probabilmente” in questi casi è la parola più gettonata, ma purtroppo, al momento, la sola certezza è quella del dolore. Forse noi genitori dovremmo essere meno succubi dei nostri figli, perché in fin dei conti sappiamo che dentro quei capannoni travestiti da discoteche c’e poco da stare tranquilli, ma poi i ragazzi ci sputano in faccia una frase che utilizzano come un lasciapassare : “Guarda che ci vanno tutti!! Non posso essere il più sfigato!!”. E allora noi, docili, come agnelli, di fronte a quella frase ci arrendiamo, li lasciamo andare e incrociamo le dita sperando che tutto vada bene. Questa volta è andato tutto male.
In quell’angolo di campagna apparentemente innocua sono morti i nostri figli. Quelli hanno le Nike, i jeans a tubo, le caviglie scoperte e qualche tatuaggio sparso, frutto di trattative estenuanti con le madri. Sono morti i nostri figli che l’otto dicembre avrebbero dormito fino a mezzogiorno, presentandosi direttamente per il pranzo con gli occhi ancora pieni di sonno.
In questi giorni ho ripreso in mano “La banalità del male” di Hannah Arendt ed è proprio vero che molte tragedie si consumano così, perché il male a volte per essere generato non richiede un impegno eccessivo. Basta voler guadagnare cinquemila euro in più, riempiendo un capannone come fosse un vagone merci che punta su Auschwitz. Basta vendere dieci bottiglie in più di super alcolico, fregandosene di tutto. Ciò che conta sono i soldi finiti in cassa. Basta spruzzare un gas urticante pensando che sia un gioco o poco più.
E qui finiscono le mie parole che si uniscono a quelle di tanti altri. Qui finisce tutto. Resta il silenzio. Resta la speranza che i feriti gravi riescano a sopravvivere e che si trovino i colpevoli. Resta scolpita per sempre nei nostri calendari una data di morte. 8 dicembre 2018

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Golden Media Marche. Un premio che mi riempie di orgoglio!

Sabato due dicembre, presso lo splendido Politeama di Tolentino mi è stato consegnato il premio Golden Media Marche. Un evento organizzato annualmente dal Centro Studi Marche “Giuseppe Giunchi” di Roma con il patrocinio del Comune di Tolentino, della Comunità Montana Monti Azzurri e dell’Associazione Le Marche nel Mondo, dedicato alle eccellenze marchigiane nel campo artistico e in quello della comunicazione.

Una grande soddisfazione, bello sapere che il prestigioso comitato del Centro Studi Marche mi abbia preso in considerazione. Certe gratificazioni ti rigenerano e ti fanno ripartire con ancora più forza ed entusiasmo!!!

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La piccola grande Alice in parlamento

La osservo all’interno di quell’aula e mi sembra così piccola. Eppure tira fuori le unghie e la voce per raccontare il suo dolore.
E lo fa bene Alice. Scandisce le parole. Non cede.
Giornalismo significa anche raccogliere storie e aiutare persone come Alice.
In quei pochi minuti c’è molto di ciò che io intendo, quando parlo di etica giornalistica e forza intrinseca delle storie.

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#cuoriconnessi a Torino. Presenti il Questore Sanna, il Sindaco Appendino e altre autorità. No al bullismo e al cyberbullismo

Assieme a Polizia di Stato e Unieuro abbiamo incontrato in due giorni quasi duemila studenti.
Per la seconda volta sono tornato al teatro Carignano.

Una delle tante meraviglie di Torino. Bello avere in prima fila sia il Sindaco che il Prefetto e tante tante altre autorità!

Che dire? Siamo abituati all’attenzione dei ragazzi. Unica regola… restare lontano dai soliti predicozzi…

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Storie di ordinaria legalità. Molte cose da sapere

È stato interessante partecipare a questo evento ed ascoltare innanzitutto le riflessioni della Pres. della commissione antimafia Rosy Bindi.
Un incontro organizzato dal Presidente del Consiglio Regionale Antonio Mastrovincenzo, cui hanno partecipato anche il Rettore Sauro Longhi e la giornalista e amica Angela Iantosca.
Sono orgoglioso di aver ancora una volta potuto portare l’esempio di Angelo Vassallo, il Sindaco di Pollica ucciso il 5 settembre 2010 dalle tristemente famose “mani ignote”.
Incoraggiante vedere un’aula universitaria stracolma di persone. Abbiamo tutti bisogno di ottimismo e di conoscere gli strumenti utili alla costruzione della legalità.

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#dodicidue è una data. Quella in cui Alice ha deciso di raccontare la sua storia di bullismo. Un docufilm forte, veloce e senza filtri

#dodicidue è un docufilm e un format giornalistico teatrale che racconta la storia di Alice. 3 anni di vessazioni e di attacchi da parte dei bulli. 3 anni di silenzio. 3 anni di rabbia tenuta dentro. 3 anni di musica ascoltata ininterrottamente per restare lontana dal mondo. Poi è arrivato il dodici due duemilasedici. Un incontro casuale e la vita che cambia

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“Generazione 6.5” – il terremoto visto attraverso gli occhi di Alessandra, 25 anni, di Visso. Una storia di paura e coraggio, di resilienza e di voglia di tornare a sognare

“Generazione 6.5” è un formato giornalistico teatrale che non parla di terremoto ma di persone. Racconta il percorso di Alessandra che in 120 secondi ha perso tutto ciò che possedeva… una casa, un paese, una comunità. Alessandra è ripartita. Con fatica ma è ripartita aiutando in primis il suo paese, combattendo incubi e burocrazia. Utilizzando il web per fare squadra, per dimostrare che le potenzialità positive della rete sono illimitate. Una storia di speranza e di ottimismo che aiuta a riflettere su molti aspetti delle nostre vite.

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La forza delle storie (lo storytelling) ci aiuta a crescere

Alle Officine del Volo di Milano, in occasione di una due giorni dedicata all’eLearning, ho parlato di storytelling ad una platea composta da decine di manager ed esperti di marketing, in rappresentanza di aziende nazionali e multinazionali. Oggi lo chiamiamo storyteller, un tempo era un cantastorie ma nulla cambia. La forza della narrazione rimane immutata. Ed ogni percorso di vita è attraente e degno di essere raccontato, in quanto unico. Non esistono storie di serie A o di serie B. Esistono narratori più o meno capaci. Mai come ora, formazione e apprendimento hanno avuto necessità di transitare attraverso le emozioni. Le storie che ci emozionano producono cambiamenti, inducono riflessioni e spesso ci rendono persone migliori.

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Guarda il promo di #cuoriconnessi

Il docufilm che ho realizzato in collaborazione con la Polizia di Stato e il supporto di Unieuro, racconta senza retorica e pietismo due storie esemplari legate al mondo del web.

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La “mia legalità” raccontata agli studenti delle Marche e al Presidente Grasso

Parlare di legalità di fronte al Presidente del Senato Pietro Grasso e quasi mille studenti non è stato emozionante. È stato terapeutico. Esiste una parte del paese che ancora immagina che le cose possano cambiare, nonostante tutto, mi viene da aggiungere. E notare questo aiuta ad andare avanti, a procedere nel cammino.
Come ho detto all’interno dell’Aula Magna dell’Università Politecnica delle Marche, la parola legalità ha perso valore, è stata stuprata da troppi colletti bianchi con auto blu che l’hanno usata a sproposito.
La parola legalità andrebbe rigenerata e protetta come certi fiori rari che rischiano l’estinzione. Questo si può fare in tante maniere, ad esempio applicando la certezza della pena nei confronti dei tanti che mentre parlano di etica e legalità, rubano denaro pubblico e delinquono indisturbati.
Il ladro in giacca e cravatta che si finge paladino di giustizia e portatore di etica è tra le cose più repellenti partorite dalla nostra società.

Luca Pagliari e Pietro Grasso

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#cuori connessi il docufilm in cui racconto il cyberbullismo

#cuori connessi non deve essere un bel docufilm. Deve essere utile. Questa è la filosofia che mi ha spinto a realizzare questo nuovo lavoro in collaborazione con la Polizia di Stato e il supporto di Unieuro. Ho portato sullo schermo due storie vere riducendo al minimo ogni filtro. Funziona. I ragazzi seguono in silenzio, forse qualcosa in più sul peso delle parole riescono a immagazzinarlo. Dico forse, perché chi si occupa di prevenzione non avrà mai certezze.

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Il 5 novembre anteprima nazionale del film “Ogni giorno” a Senigallia

Il film lo abbiamo girato l’inverno scorso, poi il montaggio e quindi (finalmente) la presentazione ufficiale!

“Ogni giorno” racconta in maniera originale (mai pietistica o retorica) la storia di Saccio, strappato alla vita terrena quando aveva 14 anni, ucciso da un ubriaco senza patente che procedendo contromano lo investiva.

Un film anomalo che viaggia sottotraccia e intercetta i pensieri profondi degli amici più cari di “Saccio”, degli uomini della Polstrada, di suo papà Vittorio e mamma Simonetta. I complimenti per il soggetto e la regia, se ci saranno, mi faranno piacere, ma l’obiettivo di questo lavoro non è legato ad un esercizio stilistico, piuttosto alla sua efficacia in termini di prevenzione. Più studenti (e non solo) lo vedranno e più possibilità ci saranno che possa risultare utile. Sono felice che già molte città, in ogni angolo d’Italia e tantissime scuole abbiano chiesto la possibilità di proiettare questo film.
Un grande ringraziamento alla famiglia di Saccio, ai suoi amici, a tutti quelli che hanno lavorato al film, alla Polizia di Stato che ha subito creduto in questo progetto e all’Osservatorio per l’educazione stradale e la sicurezza, della Regione Emilia Romagna, con il quale collaboro da quasi 20 anni.

locandina anteprima

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Il libro che ho scritto a mia figlia
“Cara Marta – lettera a una figlia” l’ho scritto in neppure tre mesi,  clandestinamente, per paura che Marta scoprisse la sorpresa, ma alla fine ci sono riuscito. Al di là degli ottimi commenti che mi sono arrivati da chi ha letto il libro, al di là del gesto fantastico verso mia figlia, questo libro testimonia che ancora, nelle nostre vite, possiamo trovare il tempo per fare cose importanti, abbattendo il muro dei luoghi comuni. Anche io pensavo di non avere il tempo per fare questa cosa, invece l’ho trovato e non è crollato il mondo, anzi! Il tempo per le cose che contano lo possiamo trovare tutti. Non è necessario scrivere un libro, intendo il tempo per una passeggiata con un figlio, per una chiacchierata, per una gita o per parlare di cose che non siano semplici comunicazioni di servizio.
Scrivendo questo libro, non so se il più bello, ma sicuramente il più importante della mia vita, ho rimesso al centro della mia esistenza, alcune priorità, cosa che più o meno dovremmo tutti tentare di fare.
copertina
Luca Marta 18 anniLuca e Marta fuori dalla vetrina della libreria, subito dopo la sorpresa. Fantastico!
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Guarda l’intervista a Luca Pagliari sull’uso della parola

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Martedì 10 parlo di cyberbullismo a Milano in occasione del Safer internet Day

Il 10 febbraio è il Safer Internet Day, la Giornata della Sicurezza in Rete, ormai alla sua dodicesima edizione. Appuntamento a Milano, per una giornata di incontri e dibattiti, celebrata in 113 Paesi di tutto il Mondo, sul rapporto tra web e nuove generazioni. Il Miur coordina l’evento in Italia, con Generazioni Connesse. Per noi ci sarà il Sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone. ‪#‎SID2015‬ ‪#‎quellidelSID‬
Qui il nostro il comunicato: http://www.istruzione.it/comunicati/cs060215.html
A Milano ci saranno veramente tutti, tra cui SOS – Il Telefono Azzurro Onlus, Save the Children Italia, Polizia di Stato, Google, Facebook, MTV Italia, Skuola.net, Luca Pagliari, Paolo Attivissimo – Disinformatico

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Il 3 febbraio presento alla Politecnica delle Marche il film sulla Lega del Filo d’Oro

Vi aspetto alle 17,30 del 3 febbraio, presso la Facoltà di economia dell’Università Politecnica delle Marche, per la presentazione di “50 anni di vita, storia di un sogno”. Sarà un pomeriggio interessante, vi garantisco che il film “rapisce”, trascina lo spettatore dentro un mondo incredibile e sconosciuto… quello della Lega del Filo d’Oro.

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Guarda il servizio del TG3 Marche sul mio incontro con gli studenti di Macerata

Link al servizio del TG3 sullo spettacolo “Carta d’Imbarco” a Macerata

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Le cose belle del 24 novembre

Lo sguardo del papà di Jack Sintini in prima fila, mentre gli racconto la storia di suo figlio malato di cancro e poi diventato Campione d’Italia
Il suo abbraccio a fine incontro (Tie Break non è uno spettacolo… userei il termine storytelling)
Il silenzio della platea
L’sms di Jack che mi è arrivato nel pomeriggio…
Tie Brek è roba tosta amici. Spero che questo evento giri l’Italia il più a lungo possibile. Ne vale la pena

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Bambini sicuri: dalla strada alla rete – Giornata mondiale del bambino e dell’adolescente

Il 19 novembre si terrà a Roma, al Teatro Brancaccio, l’evento organizzato dalla Società Italiana di Pediatria e dalla Polizia di Stato nell’ambito degli Stati Generali della Pediatria che si celebrano in occasione della Giornata Mondiale del Bambino e dell’adolescente.
Alla manifestazione parteciperò portando “Like – Storie di vita on line”. Ci saranno studenti delle scuole elementari, medie e superiori, rappresentanti del mondo dei genitori, della scuola, delle istituzioni. Un confronto a tutto campo sul tema della sicurezza dei bambini, in particolare quella sul Web, dove gli adolescenti, ma sempre di più tantissimi preadolescenti alle soglie delle scuole medie, trascorrono buona parte del proprio tempo. Con tutti i rischi connessi, a partire dal cyberbullismo. La Società Italiana di Pediatria e la Polizia di Stato presenteranno inoltre il protocollo d’intesa che prevede azioni congiunte per sostenere l’uso corretto del Web e i consigli per la navigazione sicura a cura di Società Italiana di Pediatria, Polizia di Stato e Facebook.

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Guarda il promo di “Like – storie di vita online”

Un ragazzo non omologato, un liceo romano, un suicidio impensabile. La storia di Andrea, meglio conosciuto come il ragazzo dai pantaloni rosa, torna nei teatri e nelle scuole d’Italia. Nessuna ricerca di colpevoli, nessun processo mediatico. Solo la nuda storia di un ragazzo che si è tolto la vita a soli 14 anni e che aveva subito insulti pesantissimi sul web. Il peso delle parole, il disagio covato in silenzio, il dolore di una madre e di una famiglia. “Like – storie di vita online” parla di questo e di altro.

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Iniziate il 10 giugno le riprese del docufilm dedicato ai 50 anni della Lega del Filo d’Oro

Oggi abbiamo dato il via alle riprese del lungometraggio dedicato alla Lega del Filo d’Oro. Sono felice e orgoglioso che una ONLUS così importante, abbia affidato a me il compito di raccontarla. Una bella e stimolante responsabilità! Protagonista del primo ciak, Renzo Arbore, testimonial da ben 25 anni di questa incredibile “macchina del bene”. Tutti dovrebbero visitare la Lega, tutti dovrebbero capire cosa significhi essere sordo-ciechi, tutti dovrebbero comprendere quanto è possibile fare per gli altri. Da autore e regista, il mio primo obiettivo è quello di frugare nell’animo di chi vive questa esperienza; come operatore, come paziente, come genitore, come volontario, come sostenitore o, come nel caso di Arbore, come testimonial. Effettueremo riprese in tutte le sedi della Lega del Filo d’Oro, gireremo fino ai primi dieci giorni di luglio, poi sarà la volta del montaggio.

Luca dialoga con Arbore prima del ciak


Luca Pagliari / l’operatore Christian Mazur, Renzo Arbore e sullo sfondo Rossano Bartoli, Segretario Generale della Lega del filo d’Oro

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Il format sul cyberbullismo ideato da Luca, in collaborazione con Polizia di Stato e MIUR, il 28 maggio approda al Teatro Brancaccio di Roma

Che bella soddisfazione amici. Il 28 maggio, di fronte a 1200 studenti provenienti da varie scuole superiori di Roma e a numerose autorità, presento “Life. Storie di vita online”. Sarà presente anche Teresa, la mamma di Andrea, il protagonista della tragica storia che ho ricostruito tra immagini ne testimonianze. Un evento nazionale di primo piano, dedicato alla prevenzione e alla sensibilizzazione a cui, come leggerete nella locandina, prendono parte tanti testimonial, tutti desiderosi di contribuire a questa campagna. Vi racconterò questo evento, attraverso foto e filmati.

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Brasile. Tra favelas, sogni e povertà, in un documentario racconto la storia della ONLUS “Giardino degli Angeli”.

I primi 15 giorni di maggio li ho trascorsi in Brasile, Stato di Bahia, città di Canavieiras. Siamo in una delle zone più povere del Brasile e Canavieiras si trova ai confini del mondo. Lì finisce la strada perché nessun ponte attraversa il Rio Pardo. In questa città che sembra uscita dalle pagine di un libro di Amado, ho girato gran parte del documentario dedicato ai 10 anni del Giardino degli Angeli, Onlus che a Canavieiras ha costruito un asilo meraviglioso nel cuore dei quartieri poveri, ed ha anche ristrutturato il vecchio ospedale, trasformandolo in Istituto alberghiero.
Con Christian Mazur e le sue telecamere, accompagnati da gente meravigliosa (Aldo, Ale, Regina), ho cercato di cogliere il senso di questa onlus e l’anima di questa gente. Ma di tutto questo ne parlo nella rubrica “Pensieri Puliti”. Queste invece alcune foto scattate con il mio I Phone…

Bambini all’esterno della baracca in cui vivono

Un filo, un pezzo di plastica e nasce un aquilone

I bambini dell’asilo mi consegnano tutti i loro disegni dedicati alla mia visita

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Il prossimo mese di giugno, a Roma, si chiude la realizzazione del programma Rai dedicato a Kristel Marcarini

E’ stato bello e faticosissimo, a marzo, realizzare tutte le riprese esterne del programma dedicato A Kristel Marcarini, 19 anni, uccisa nel 2008 dall’assunzione di una pasticca di ecstasy. Assieme al bravissimo regista Sandro Vanadia, abbiamo realizzato interviste con tutti i protagonisti di questa storia. Io mi muovo all’interno del programma non come un conduttore o un giornalista, ma come una sorta di testimone della storia, un narratore che segue le varie fasi della vicenda. A giugno, nello studio virtuale di via Teulada di Roma, gireremo la seconda parte del programma. Obiettivo; dare inizio ad una serie di puntate, caratterizzate da questo stile narrativo inedito e coinvolgente. Il programma dovrebbe andare in onda ad ottobre su RAITRE.

Riprese nel prato adiacente alla casa di Kristel

Io con Maria,mamma di Kristel, e Marta Benzoni, che nel programma ha “interpretato” Kristel sugli sci

Set all’interno della scuola

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Presentato a Rimini “Like – storie di vita online”. Il nuovo format di prevenzione dedicato al cyberbullismo

A Rimini, l’undici aprile, ha fatto il suo esordio il format che ho preparato sul cyberbullismo, dove ricostruisco la drammatica storia di Andrea Spezzacatena, il quindicenne di Roma che si è tolto la vita nel novembre 2012. Andrea da tempo veniva deriso e umiliato attraverso chat e social network… lo chiamavano il ragazzo dai pantaloni rosa. Il format corre lungo il filo di una lunga intervista realizzata con Teresa Manes, mamma di Andrea e donna straordinaria. La figura di Andrea viene invece rappresentata attraverso una sorta di cartone animato. L’incontro è stato apprezzatissimo da studenti e docenti. Lo abbiamo realizzato in collaborazione con l’Ufficio Scolastico di Rimini (un grazie di cuore a Franca Berardi). “Like” a Rimini ha integrato il progetto della Polizia di stato “Una Vita da Social”.

Il logo di Like

Luca e Teresa, mamma di Andrea, durante una pausa della video intervista realizzata a Roma

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La storia di Kristel a Cortina. Riflessioni profonde degli Assessori Martinolli e Menegus

Quello che vedete nella foto è l’Alexander Hall, splendido auditorium che si trova quasi nel cuore di Cortina D’Ampezzo. Al suo interno abbiamo incontrato oltre 600 studenti e per circa due ore la storia di Kristel, uccisa da una pasticca di ecstasy a 19 anni, si è depositata come neve su ognuno dei presenti, compresi professori, giornalisti e politici.
Quella di Kristel è proprio una storia di neve, di sci e di amore per la montagna. Forse per questo, ognuno di quei ragazzi ha vissuto in maniera così intensa questa mattina così fuori da ogni schema.
A distanza di qualche giorno, voglio regalarvi i pensieri che mi hanno inviato gli Assessori Giovanna Martinolli e Teresa Menegus.


“Quella Vissuta nella nostra Alexander Hall è stata un’esperienza straordinaria, in primis dal punto di vista emotivo. Quel silenzio totale, quella profondità che si respirava nell’aria, tutto quello che abbiamo vissuto assieme, anche per noi adulti è stato un qualcosa di unico. La storia che Luca ha portato sul palcoscenico non può che farti riflettere, nascono domande in mezzo a mille emozioni. I docenti al termine, come ognuno di noi, non avevano parole. I ragazzi erano centinaia, ma un silenzio del genere, quasi surreale, non lo avevo mai vissuto. La storia di Kristel è un ponte da attraversare per incontrare i nostri figli, per avviare un dialogo tra adulti e adolescenti, tra insegnanti e studenti.”

Giovanna Martinolli (Assessore alla Cultura, Famiglia, Politiche Giovanili, Servizi Sociali e Pubblica Istruzione di Cortina d’Ampezzo)


Kristel ti entra nel cuore in maniera diretta e dirompente, perché quando conosci la sua storia lei diventa una di noi, un’amica, una di quelle che vorresti avere.
Kristel era giovane, esuberante, piena di vita, sana, testarda, orgogliosa come piacciono a noi, ed ha commesso un’ingenuità purtroppo fatale.
Colpisce anche che nel momento del bisogno è stata abbandonata e non ha avuto possibilità di appello.
Grazie anche alla sua famiglia è riuscita ad essere comunque generosa e, oltre ad aver salvato 5 persone, continua a lottare per evitare che ad altri succeda quello che è capitato a lei.
Questa storia fa capire, infatti, che non sono in pericolo solo i soggetti a rischio. Basta uno sbaglio per cancellare tutto. Anche quello di circondarsi di persone sbagliate.
Proprio perché è stato terribilmente ingiusto e davvero molto triste rimane impresso nella mente ed è una grossa lezione di vita non solo per i ragazzi.

Laura Menegus (Consigliere Delegato alla Cultura di San Vito di Cadore)

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Il senso di una campagna di sensibilizzazione è tutto nella lettera di uno studente

Di messaggi toccanti e forti, nel corso delle tante campagne di sensibilizzazione che ho realizzato in Italia me ne sono arrivati a migliaia. Nella lettera che voglio pubblicare, c’è tutto il senso profondo del mio lavoro. Del resto è scritto in bella mostra nella home page del sito “si comunica quando le parole lasciano un segno, trasformandosi in esperienza”. La lettera l’ha scritta Laura, una studentessa di Piacenza che ha assistito al format “One Life”, e si riferisce al lungo incontro che ogni volta ho sul palco con Gabriele, amico e ragazzo rimasto paraplegico a seguito di un incidente stradale. Leggete pure. Queste parole valgono l’intera campagna.

Gentilissimo Sig. Luca Pagliari,
Sono Laura, una studentessa del Liceo nel quale oggi, venerdì 31 Gennaio 2014, lei ha presentato un progetto di sensibilizzazione sul tema dell’educazione stradale.
Al termine della conferenza ha indicato una e-mail a cui scrivere considerazioni personali e opinioni, purtroppo non la ricordo con esattezza ma, desiderando fortemente di far avere queste mie poche righe al sig.Gabriele, ho pensato di scrivere direttamente a lei.
Le sarei molto grata se riuscisse a fargli arrivare questo allegato, nel caso non fosse possibile la ringrazio ugualemente.
Colgo questa occasione per manifestarle la mia ammirazione verso il lavoro che sta compiendo da molti anni in questo ambito e il mio profondo rispetto per il modo in cui ricopre il ruolo di giornalista.

Laura

Caro Gabriele,
Sono Laura una studentessa del liceo di Piacenza nel quale oggi, venerdì 31 Gennaio 2014, lei è stato gradito ospite.
Le scrivo scusandomi per questa mattina perché non sono riuscita ad avvicinarmi per ringraziarla di persona come invece avrebbe meritato e dirle che lo sforzo straordinario che lei ha compiuto nel raccontare la sua storia mi ha colpito profondamente.
Da quando sono tornata a casa non ho fatto altro che pensare a lei, alla sua storia, allo sguardo perso nel vuoto di suo padre, ai disagi che comporta la sedia a rotelle nella quotidianetà e non sono riuscira a trattenere le lacrime. Mi sono commossa non perché provassi pena ma perché solo in quell’istante ho compreso appieno che ciò che è successo quella tremenda notte sarebbe potuto accadere a chiunque, persino a me o a mio fratello, e mi si è stretto un nodo allo stomaco.
Le sue parole, il suo impegno e la sua determinazione mi hanno segnato intensamente come nulla aveva mai fatto e mi hanno scosso l’anima in una maniera tale che le parole non potranno mai descrivere: è stata un esperienza che ricorderò per sempre.
Quella notte d’estate le ha cambiato completamente la vita e le giuro che oggi lei ha cambiato la mia concezione di esistenza.
Non potrò mai dimenticare il suo sguardo
Continui così sig.Gabriele, sono le persone come lei che mi rendono orgogliosa di vivere in questo paese.

Laura

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La storia di Kristel approda tra le montagne di Cortina e San Vito

Ho scritto il libro su Kristel, ho ricostruito la sua storia in tv e in tante circostanze l’ho raccontata a centinaia di studenti in ogni angolo d’Italia. Ogni volta, al termine, la stessa sensazione di vuoto, ogni volta il desiderio di consolare i ragazzi rimasti inchiodati nelle loro comode poltroncine del teatro. Non sanno trovare risposte. Quella di Kristel è una storia corrosiva che fa male nel profondo. Morire a 19 anni per una pasticca di ecstasy non è accettabile. Neppure ammissibile. Ora la storia approda nello scenario che lei più amava. La montagna. Cortina d’Ampezzo e San Vito, cuore del Cadore, hanno sposato con convinzione questo progetto. Raccontare la storia di una sciatrice, circondato dalle montagne più belle del mondo rappresenterà un qualcosa di particolare. Poi tutta questa neve. Il suo elemento, la cosa che più amava. Grazie a Cortina e San Vito per la sensibilità dimostrata. Sono certo che la mattinata di venerdì rimarrà impressa nel cuore di molti.

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“Qualcosa di tuo” un docu-film che parla di radici

Qualcosa di tuo – pensieri di Romagna” è il cortometraggio di 27 minuti che ho realizzato in occasione dell’assemblea pubblica del gruppo giovani di Confindustria Forlì – Cesena. Alcuni tra gli imprenditori più rappresentativi del territorio raccontano la “loro Romagna”, il loro amore per un territorio che corre dal mare sino all’Appennino selvaggio. Considerazioni, pensieri profondi e aspettative che prendono forma, rimanendo distanti dalla banalità. Non sono bastati tre mesi per realizzare questo lavoro così complesso, dove le riprese aeree, la fotografia, la musica e le parole si mescolano tra loro. Come sempre è stata una scommessa e come sempre spero di essere riuscito a dare forma a un sogno. Personalmente il risultato finale si sovrappone perfettamente con quello che immaginavo… speriamo che funzioni!

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Luca presenta a Senigallia il libro “Kristel. Il silenzio dopo la neve”

Bello presentare il libro su Kristel nella mia città, proprio all’interno di quella Rotonda sul mare che ne rappresenta il simbolo. Ancora più bello sapere che ci sarà Maria, la mamma di Kristel e anche Kristian Ghedina, un campione dal cuore grande.
Grazie al Panathlon, al Rotary e allo Sci Club G. Paney che hanno voluto farmi questo grande regalo. La storia di Kristel merita di essere ricordata. Io sono semplicemente il “portavoce” di questa splendida ragazza, un’atleta di primo piano, scomparsa per l’assunzione di una pasticca di ecstasy. Una storia drammatica, una vicenda che porta a pensare e a riflettere. Pensare e riflettere, parole importanti, basilari e necessarie per poter crescere…
Vi aspetto martedì 29 ottobre alle 18.15 alla Rotonda a Mare di Senigallia.

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Luca ad Acciaroli modera dibattito su ambiente e legalità. Presente anche Laura Boldrini.

In questo settembre così caldo, ancora una volta mi ritroverò ad Acciaroli per parlare di Angelo Vassallo e dei temi a lui cari. Ci saranno la Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini, ovviamente l’amico Dario Vassallo e altri ospiti prestigiosi. Tenere alta l’attenzione sulla figura di Angelo è fondamentale. Lo abbiamo fatto la sera del cinque settembre (terzo anniversario della sua scomparsa) sulla spiaggia di Fregene, grazie all’Associazione del Villaggio dei Pescatori, siamo stati domenica scorsa in provincia di Salerno, ed ora quest’altro appuntamento. Una piccola riflessione: la parola che è emersa con sempre più prepotenza in questi incontri è una sola: Amore. Amore per se stessi, per gli altri, per il mondo. La cosa importante è che l’ho sentita pronunciare senza un minimo alone di retorica e da persone credibili. Insomma, una bella notizia. Ed ora speriamo che nei prossimi giorni non finisca sulla bocca di qualche politico farabutto e cialtrone. Lasciamo che a parlare d’amore siano le persone che credono in questo termine. Gli altri per favore si astengano… girate alla larga da questa parola che merita rispetto…

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Abbiamo aggiornato il sito!

Beh, la vita procede e con essa anche il nostro lavoro spesso cambia, plasmandosi a nuove realtà. L’inquietudine professionale, assieme alla curiosità, sono le armi più potenti in nostro possesso per combattere la vecchiaia e la stanchezza mentale. Per questo motivo ho pensato che il sito dovesse essere aggiornato, aprendosi a quelle attività che oramai da tempo sono divenute parte integrante del mio lavoro. Penso ai rapporti con le imprese e alla formazione, penso al fantastico rapporto con il mondo della scuola e alla prevenzione, ma penso anche al teatro etico, e cioè a quella voglia di portare alla luce, storie importanti del nostro paese. Insomma, una delle cose più belle del mio lavoro di giornalista e comunicatore, è proprio questa; continuare a rinnovarsi immaginando nuovi scenari lavorativi. Io così mi diverto. Come diceva l’amico Califfo “Tutto il resto è noia”.

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Il documentario “Storie di acqua” realizzato in collaborazione con il Gruppo Sanpellegrino ottiene molti consensi.

Sono veramente contento che il documentario “Storie di acqua” da me ideato e diretto, abbia ottenuto tanti consensi nelle presentazioni di Milano e Firenze.
Tanta Gente e tanti complimenti per un lavoro che vuole raccontare l’acqua attraverso l’emotività e la purezza di sorgenti e panorami.
Spero che anche i passaggi su National Geographic durante lo scorso week end (in occasione del World Water day), siano riusciti a coinvolgere il pubblico di casa.
A seguire la bella rassegna stampa collegata all’evento.

20.03.2013

– Adnkronos.com

– Metronews.it

– Ilsostenibile.it

– Wallstreetitalia.com

– Ambienteeuropa.com

– Winenews.it

– Cataniaoggi.com

– 247.libero.it

– Liberoquotidiano.it

– Alternativasostenibile.it

– Sardegnaoggi.it

– Padovanews.it

– Techeconomy.it

21.03.2013

– Corriere.it

22.03.2013

– Cucina.leiweb.it

– Greenews.info

– Noiconsumatori.org

– Casasocial.net

– Alimentarblog.info

– Life.wired.it

– Scienza.panorama.it

– Ecoo.it

– Magazine.greenplanner.it

23.03.2013

– Attualita.ilbloggatore.com

– Life.wired.it

– Magazine.greenplanner.it

– Liberoquotidiano.it

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Presentato a Forlì il libro “Kristel. Il silenzio dopo la neve”. A breve disponibile in libreria

Giornata importate quella del 25 marzo. Grazie agli amici di Confindustria Forlì e nell’ambito del progetto New tribes, abbiamo presentato in anteprima il mio ultimo libro dedicato a Kristel Marcarini. C’era anche Maria, la mamma, che con il solito coraggio si è seduta in prima fila, mentre io raccontavo la storia di sua figlia, tra filmati e fotografie. Erano presenti oltre 200 studenti. Come al solito quando gli racconti qualcosa d’interessante e non li affoghi di banalità, sanno ascoltare eccome! Abbiamo ripercorso il cammino di questa ragazza, promessa dello sci azzurro, morta nel 2008 a causa di una pasticca di ecstasy. “Kristel. Il silenzio dopo la neve”. Ho scelto questo sottotitolo, perché quello dopo la neve è un silenzio magico, denso di misteri e dominato dal candore del bianco. Questo è il silenzio che ci ha lasciato Kristel. Non un silenzio triste di morte, ma un qualcosa di meravigliosamente bello e commovente. Il silenzio dopo la neve ci aiuta a riflettere, a ritrovare un pò di noi stessi, a scoprire con stupore che il mondo a volte può essere incredibilmente pulito.

kristel. il silenzio dopo la neve (libro)

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A marzo esce il mio nuovo libro. “Kristel. Il silenzio dopo la neve”

Ci siamo quasi, finito l’editing è il momento della stampa. Qualche settimana ed uscirà (ed. Historica) il mio nuovo libro dedicato alla vicenda di Kristel Marcarini, la ragazza di 19 anni morta nel 2008 a causa dell’assunzione di una pasticca di ecstasy. Era una talento dello sci, aveva gli occhi azzurri e usava il sorriso per farsi riconoscere. Di certo non posso fare a meno di ringraziare la famiglia di Kristel per la totale e coraggiosa collaborazione, i suoi amici e poi Ivan, il suo allenatore. Presto inizieranno anche le presentazioni in giro per l’Italia. Vi terrò aggiornati su tutto, compreso il giorno in cui sarà rintracciabile in libreria.

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“Storie di acqua” realizzato in collaborazione con Sanpellegrino, a marzo in onda su National Geographic

“Storie di acqua” è il cortometraggio che ho realizzato per il Gruppo Sanpellegrino, dedicato al bene più prezioso da cui scaturisce ogni forma di vita: l’acqua.

Il corto che ha una durata di circa 20 minuti (di cui sono autore e regista) andrà in onda nel mese di marzo, seguendo questa programmazione:

Venerdì 22 marzo, ore 12,55 – Sabato 23 marzo, ore 11,30 – Domenica 24 marzo, ore 9,10.

Al di là dei passaggi televisivi, il documentario sarà presentato in anteprima a Milano il 19 marzo, vi farò poi sapere con esattezza, dove e quando. Seguiranno poi altre presentazioni per l’Italia a partire da Firenze il 22 marzo. Il calendario dettagliato sarà presto a vostra disposizione.

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Comincia il tour “Storie di acqua”

Nelle scuole parlerò di acqua e di come molto spesso, questo mondo incasinato e superficiale, finisce con il confonderci le idee. Spesso pensiamo che le nostre vite dipendano da un pc o un telefonino, piuttosto che da uno scooter o un paio di scarpe modaiole. Non ci rendiamo conto che i beni primari sono altri. L’acqua ovviamente ne rappresenta la massima espressione. Poche ore senza bere e la nostra vita finisce con lo spegnersi. Banale ma terribilmente vero. Nelle scuole parlerò di questo e di altro. Tutto ruota comunque attorno ad un presupposto di base, non sentiamoci troppo piccoli di fronte al mondo. Come dice quell’aforisma, “l’errore più grande è non fare nulla, per paura di fare troppo poco”. A ognuno il suo cari amici.

19 marzo – Milano (Istituto Istruzione Superiore”Cremona”)

22 marzo – Firenze (Liceo “L. Da vinci”)

16 aprile – Roma (Liceo “Morgagni”)

16 maggio – Napoli (Liceo Artistico “S.S. Apostoli)

Sono in definizione le tappe di Perugia e Bologna.

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