Ogni tanto bisogna ammettere le proprie mancanze e nel mio caso, esercitando la professione di giornalista e comunicatore, il tutto risulta ancora più grave.
Segue l’elenco delle mie principali lacune:
Da alcuni mesi ho spento la tv (saltuariamente vedo un documentario o un film);
Non seguo nessun telegiornale; nessun dibattito politico; nessun programma di approfondimento;
Non leggo i giornali, di conseguenza non conosco i fatti di cronaca, non ricordo i nomi dei Ministri e non conosco le future alleanze politiche in vista delle prossime elezioni;
Non sono pienamente consapevole di quanto sia drammatico lo scenario internazionale;
Ancora fatico a comprendere esattamente cosa sia lo spread;
Ancor più grave, non faccio nulla per comprenderlo.
In sintesi, sono una persona (abbastanza) disinformata sui fatti

Vi dico invece quello che ho fatto:

Sono andato in moto;
Ho consumato tutti i santi pasti senza avere in sottofondo un dettagliato elenco delle umane disgrazie;
Ho sostituito spazi televisivi serali con letture interessanti;
Ho iniziato a scrivere un nuovo libro dedicato a Kristel Marcarini, ragazza uccisa da una pasticca di ecstasy;
Sto girando un documentario sulle donne che lavorano nel duro mondo della pesca;
Ho terminato un documentario sull’acqua;
Ho ideato un nuovo format di sensibilizzazione destinato alle scuole e dedicato sempre al tema acqua;
Continuo ad occuparmi di Angelo Vassallo, uomo giusto ucciso dalla camorra due anni fa;
Ho ideato un festival di cortometraggi dedicato al riciclo della carta.

Forse rappresenterò l’italiano stanco e qualunquista, ma posso garantirvi che evitare il costante bombardamento di negatività quotidiana proveniente da radio, tv e giornali, mi ha aiutato a vivere meglio; stimola il coraggio; l’ottimismo.
Il mio non vuole essere un esempio e neppure un consiglio, perché non è edificante per un giornalista affermare di non seguire giornali e telegiornali, però preferisco perdere in credibilità e guadagnarci in salute, tranquillità e soprattutto in creatività, che è poi la benzina del mio lavoro. Forse sono un privilegiato, forse un incosciente, forse uno che ha uno scarso senso civico (ma questo non lo penso proprio). Resta il fatto che un po’ d’ignoranza mediatica condita da una bella dose di silenzio, sicuramente ci aiuta a pensare, a riflettere e a diventare un pizzico più saggi. Mica poco.